Altri due modelli , i colori sono personalizzabili .Vi piacciono?
Dicono che il tedio sia la malattia degli oziosi, o che contagi soltanto coloro che non hanno nulla da fare.
domenica 25 agosto 2013
mercoledì 21 agosto 2013
Piccoli bijoux di fine estate
Dopo aver preso la mano ecco i nuovi risultati che a dire il vero mi sembrano molto più carini dei primi lavori, ma ditelo voi...
martedì 20 agosto 2013
fettuccia e fettuccine
E' tanto di moda, ci provo anche io.....un porta Ipad arancione da spiaggia.....ma se ci volete mettere altro, fate pure!!!
venerdì 16 agosto 2013
uncinettiamo?
Da 5 mesi un cucciolo mi riempie la vita, e a dispetto di quello che si dice, mi capita di avere del tempo libero, allora ho iniziato a uncinettare qualche gioiellino estivo vi piacciono?
Perchè un blog?
Dicono che il tedio sia la malattia degli oziosi,
o che contagi soltanto coloro che non hanno nulla da fare. Invece è un
malessere dell’anima più subdolo: prende chi ha già una predisposizione ad esso
e, più che gli oziosi veri, attacca chi lavora, o chi fa finta di lavorare (che
nella fattispecie è la stessa cosa).
Non c’è niente di peggio del contrasto fra il naturale incanto della vita interiore, con le sue Indie incontaminate e i suoi paesi sconosciuti, e la sordidezza, anche quando sordida non è, della quotidianità della vita. Il tedio diventa più pesante senza la scusa dell’ozio. Il peggiore di tutti è il tedio di coloro che si sottopongono a un’intensa occupazione.
Perché il tedio non è la malattia della noia di non aver nulla da fare, ma una malattia più grave: sentire che non vale la pena di fare niente. E, quando è così, quanto più c’è da fare, tanto più tedio bisogna sentire.
IL LIBRO DELL’INQUIETUDINE, FERNANDO PESSOA
Non c’è niente di peggio del contrasto fra il naturale incanto della vita interiore, con le sue Indie incontaminate e i suoi paesi sconosciuti, e la sordidezza, anche quando sordida non è, della quotidianità della vita. Il tedio diventa più pesante senza la scusa dell’ozio. Il peggiore di tutti è il tedio di coloro che si sottopongono a un’intensa occupazione.
Perché il tedio non è la malattia della noia di non aver nulla da fare, ma una malattia più grave: sentire che non vale la pena di fare niente. E, quando è così, quanto più c’è da fare, tanto più tedio bisogna sentire.
IL LIBRO DELL’INQUIETUDINE, FERNANDO PESSOA
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